White note: quarto capitolo, Ino-chan&Shika-kun

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_Ino-chan_
view post Posted on 10/9/2009, 14:01




Premetto che mi sono accorta di non saper assolutamente disegnare gli strumenti musicali, quindi sorvolate sulla fan art e leggete pure il capitolo!





L’albergo era miseramente vuoto e, per quanto cercassero tra i corridoi una qualsiasi forma di vita, i nostri sfortunati eroi sapevano benissimo che nulla sarebbe comparso improvvisamente da dietro un angolo come in uno spettacolo di magia o nel più classico cliché di un film horror.
O almeno così credevano.
Camminavano senza sosta in quell’immensa abitazione, così grande ma così vuota, mentre Ino lanciava occhiate furenti al povero Shikamaru quando, per “fatale errore”, si avvicinava a più di tre metri di distanza. Era un ordine inderogabile e non sarebbe bastato un vero e proprio cataclisma per smuovere la bionda dalla sua ferma convinzione: Shikamaru era un maniaco!
D’altra parte, il giovane chuunin era un concentrato di ansia e rabbia, non solo aveva fin’ora avuto a che fare con dei pazzi vestiti di bianco che non accennavano di certo a lasciarli in pace, ma erano ancora in alto mare per quanto riguardava lo scoprire il colpevole di questi strani avvenimenti, e di certo l’umore nero della sua compagna non lo aiutava a concentrarsi.
Il silenzio regnava sovrano tra le stanze, silenzio che venne improvvisamente interrotto da ciò che alle orecchie del Nara era parso come un brontolare di stomaco. Posò lo sguardo sulla sua amica che si era improvvisamente fermata, non ci voleva un mago per intuire che il brontolare proveniva dallo stomaco della ragazza.
Quest’ultima infatti, accortasi della gaffe, riprese a camminare senza proferir parola, immaginandosi già la faccia compiaciuta del suo compagno che aveva sentito il suo stomaco reclamare del cibo.
Ma prima che Shikamaru potesse “consigliare” a Ino di cercare qualcosa da mettere sotto i denti, avvertì uno strano rumore provenire proprio dalla sala da pranzo. La ragazza si arrestò nuovamente assieme al compagno e rimasero in attesa di percepire ancora quello strano rumore. Era come una melodia che proveniva da uno strumento a corda, o almeno così aveva supposto il moro sebbene non s’intendesse molto di musica. Il ritmo di faceva man mano sempre più intenso, le corde facevano risuonare le note per tutto l’albergo, lasciando la bionda senza fiato, incanta da quella melodia che sembrava raggiungerla fin dentro al cuore. I due rimasero con il fiato sospeso e iniziarono a camminare in direzione di quella musica che sembrava guidarli come la luce di un faro nelle notti nere come la pece. Li aveva incantati, stregati, come il canto delle sirene nell’Odissea, incapaci di privare le loro orecchie di quel suono così gradevole.
Percorsero velocemente i pochi metri che li divideva dalla fonte di quella melodia, giungendo di fronte alla sala da pranzo dell’hotel, pronti a scoprire chi fosse l’autore di questa splendida armonia. Ma non appena fecero per affacciarsi alla porta, la musica si arrestò, lasciando spazio a un suono acuto e ridondante, come se lo strumento a corda si fosse infranto contro qualcosa.
Avvenne tutto così in fretta che Ino non capì che cosa le era successo se non dopo essersi ritrovata dolorante al suolo, atterrata da un corpo molto più pesante di lei.
La bionda fece per scansare quel peso morto da sé, ma andò a incrociare due occhi azzurri come i suoi che la fissavano con fare imbarazzato.
“Perdonami, non ti sei fatta male vero?”
Domandò il ragazzo, probabilmente molto più grande di lei, mentre si massaggiava la testa ricoperta da dei corti capelli castani. Sulla schiena portava uno strumento a quattro corde, un basso per la precisione, che molto probabilmente aveva contribuito alla perdita d’equilibrio del giovane. Ino, d’altro canto, sentì un tuffo al cuore osservandolo in volto nuovamente, ma cercò immediatamente di scacciare quel pensiero dalla sua testa anche se l’unica cosa che riuscì a fare fu scuotere la testa allo sconosciuto in segno di risposta.
Intanto, Shikamaru era scattato all’indietro non appena percepì l’intruso, ed era pronto a suonargliele di santa ragione dato che il tizio non aveva la benché minima intenzione di scollarsi dalla sua “amica”, ma il suo progetto fu interrotto da una voce, simile a un ruggito, provenire alle sue spalle.
“BRUTTO IDIOTA! POSSIBILE CHE DEVE ANDARE A FINIRE SEMPRE COSI’ CON TE?!”
Il moro si voltò in direzione della voce e vide di fronte a lei una ragazza dai capelli castani, di cui alcune ciocche erano tinte di biondo scuro, lunghi appena sopra le spalle e dagli occhi neri nascosti in parte dietro a le lenti di un paio di occhiali di forma rettangolare. Il chuunin pensò, non solo dal comportamento ma anche dl vestiario completamente bianco, che si trattasse di uno dei pazzi che abitavano questo villaggio ma non osò proferir parola dato che brandiva in mano una chitarra, probabilmente lo strumento dal quale proveniva la musica che avevano udito prima, come se fosse una mazza chiodata. Era spaventato certo ma, nel contempo, le ricordava qualcuno.
In risposta all’urlo di quella belva, il ragazzo dagli occhi azzurri, dopo aver aiutato la Yamanaka ad alzarsi, la guardò con fare seccato e rispose:
“Ma sei impazzita?! Potevi fracassarmi la testa…”
“Figurati! Se fosse stato così facile far entrare qualcosa in quella tua testaccia dura a quest’ora non saremo in alto mare!”
Disse scocciata non degnando minimamente di uno sguardo i due poveri ninja le cui facce erano talmente sconvolte che sembrava quasi che un tifone si fosse abbattuto su di loro.
Il ragazzo castano, molto più alto di quello che si aspettava la bionda, sbiascicò qualche parola per calmare la ragazza che non accennava a tirargli dietro i peggio insulti, stranamente molto più bassa dei presenti, con fare seccato, facendola innervosire ancora di più.
Indubbiamente ai due shinobi balenò in testa che quella scenetta gli era piuttosto famigliare, solo che non riuscivano a capire perché. D’altronde, come dice un vecchio detto, ci vuole molto coraggio per riuscire a guardarsi allo specchio e loro di specchi, data la precedente esperienza, ne avevano piene le scatole. D’un tratto la ragazza con i capelli a caschetto, dopo aver finito di sbraitare contro il ragazzo, si voltò in direzione dei due, che non poterono fare a meno di deglutire nervosamente, e sorrise con fare imbarazzato avvicinandosi timidamente ai due. Probabilmente si era resa conto di averli spaventati a morte.
“Ciao!”
Disse una volta arrivata davanti ai due.
“C-Ciao…”
Risposero Ino e Shikamaru in coro, indecisi sul da farsi. Volevano chiedere delle informazioni ai due, ma stavano cercando le parole giuste per non essere sbranati vivi, dopotutto il Nara lo aveva sempre detto: le donne possono essere la più grande seccatura di questo mondo! Fortunatamente, a venirgli incontro fu proprio il loro stomaco, che brontolò per l’ennesima volta rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato tra le due coppie.
“Avete fame? Venite di là che vi prepariamo qualcosa.”
Disse il ragazzo dagli occhi azzurri, non riuscendo ad evitare l’ennesimo commento pungente della compagna con annessa botta, questa volta più lieve della precedente, dietro la nuca.
“IO preparerò qualcosa! Tu vai a ripassare il pezzo!”
A quella affermazione, il castano non replicò se non con un sonoro sbuffare, cosa che incuriosì ancora di più la Yamanaka e fece storcere il naso al Nara. Era risaputo che lui non amasse le donne che lo comandano a bacchetta, eppure ne era costantemente circondato, perciò era curioso di sapere perché quel giovane si faceva mettere i piedi in testa da quella nanetta con gli occhiali (Questa affermazione me la pagherà cara…N.D.A).
Così, si avvicinò al ragazzo dagli occhi azzurri sussurrandogli una domanda a bassa voce per non essere sentito dalle due donne, sapeva bene che Ino non sopportava che qualcuno le facesse notare il suo carattere poco “flessibile”e non avrebbe di certo perso tempo a spalleggiare la giovane chitarrista. Una donna isterica poteva reggerla, due decisamente NO!
“Perché ti fai comandare a bacchetta da quella là?”
Bisbigliò il ragazzo dal codino al giovane infortunato, quasi a voler cercare di liberarlo dalla morsa di quella schiavista, in fondo gli sembrava il tipo più normale che avesse fin’ora incontrato in quel villaggio di pazzi.
“Beh, alle volte è meglio lasciar correre invece di litigare per delle stupidate…”
Rispose con un sorriso a metà tra l’impacciato e lo sconsolato, ma con uno sguardo di uno che sapeva il fatto suo. Shikamaru rimase sorpreso da quel’affermazione, effettivamente il motivo principale per cui non si ribellava mai a sua madre o a Ino era proprio per evitare stupide litigate che gli avrebbero procurato solo delle grane e dei fastidiosi mal di testa. Alla fine, i due non era poi così diversi.
“Ti chiami Shikamaru, vero?”
Domandò improvvisamente il castano, sorprendendo il chuunin visto che si ricordava benissimo di non aver detto a nessuno dei due individui il loro nome.
“Come fai a sapere il mio nome?”
Domandò sospettoso il giovane, che si tratti di uno dei responsabili degli strani avvenimenti che gli erano capitati fino a quel momento? Doveva scoprirlo prima che fosse troppo tardi , in questo modo avrebbe concluso il caso e se ne sarebbe tornato nella tranquillità della sua pacifica Konoha.
“Ce l’hanno detto le receptionist! Vi abbiamo visto entrare prima e non avendovi mai visti al villaggio ci siamo incuriositi.”
Si sbrigò a rispondere la ragazza con gli occhiali, quasi come se volesse nascondere qualcosa, o qualcuno. Ino, d’altro canto, non diede troppo peso a quello strano comportamento, infondo qui la gente era tutta strana e si sa, quando in un villaggio entrano degli stranieri, le voci corrono molto velocemente. Ma il Nara non sembrava soddisfatto della risposta, dopotutto era a causa di quelle “receptionist” se per poco non si era preso un infarto e se Ino non gli permetteva di avvicinarsi a meno di tre metri di distanza da lei, per un motivo a lui tutt’ora ignoto. Inoltre non sapeva assolutamente nulla di quei due, che erano sbucati all’improvviso in maniera piuttosto rocambolesca ma comunque sospetta.
“Quali sono i vostri nomi?”
Domandò schietto il Nara, facendo nascere sul volto dell’amica un’espressione di disappunto, possibile che dovesse essere sempre così poco cordiale e sospettoso? Se fosse stato un pochino più gentile, pensò tra sé la biondina, sarebbe sicuramente stato un ragazzo davvero appetibile. Era intelligente, un bravo ninja e nel suo piccolo aveva un fisico niente male, l’unica cosa che gli mancava era il tatto nei confronti del gentil sesso. Inconsciamente, la Yamanaka si accorse di aver anche solo lontanamente pensato a dei complimenti in favore del Nara e non poté fare a meno di chiedersi se la fame gli avesse divorato i suoi preziosi neuroni. Scacciò immediatamente quegli ameni pensieri dalla sua testa e rimase in attesa della risposta dei due giovani di fronte a loro, infondo anche lei era curiosa di sapere i loro nomi visto che non si erano praticamente presentati.
“Io sono Ino! Ma potete chiamarmi Ino-chan!”
“E io mi chiamo Shika…Shika-kun se preferite.”
I due shinobi rimasero interdetti e sorpresi quanto mai nell’udire i nomi dei due ragazzi. D’un tratto nella mente dei due giovani ninja balenò quell’ultima affermazione che avevano udito dalle due ragazze nella casa degli specchi, parlavano di “altri voi” ma mai e poi mai avrebbero immaginato che fossero così diversi da loro! A parte l’aspetto, di carattere non gli somigliavano per niente, o almeno così loro credevano, Shika-kun non era di certo svogliato come il vero Shikamaru, pensò Ino, e Ino-chan era di certo un’autentica dittatrice, niente a che vedere con la sua compagna, o almeno così ne era convinto il Nara.
“C-Che coincidenza, anch’io mi chiamo Ino!”
“Già, che coincidenza !”
Risposero stranamente in coro i due, insospettendo ancora di più il moro vedendoli, per la prima volta da quando si erano presentati, andare così d’accordo. Era convinto che gli stessero nascondendo qualcosa, ma l’ennesimo brontolare del suo stomaco gli fece capire che non era saggio ragionare a stomaco vuoto e così decise di rimandare le indagini dopo aver cenato.
I quattro si spostarono nell’enorme sala da pranzo dell’albergo, circondata da tavoli vuoti ma, per qualche assurda ragione, tutti rigorosamente apparecchiati a regola d’arte e, ovviamente, tutti con le tovaglie color bianco.
Al centro della sala v’era una specie di piccolo palco, dove vi erano sistemate le casse acustiche e dove la ragazza dagli occhiali aveva sistemato su una specie di piedistallo la chitarra che teneva in mano prima di sparire dietro al bancone del bar a preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Al centro del palco, quasi a voler risaltare la sua figura per tutta la sala, v’era un microfono alla cui base erano legate delle rose bianche, tenute unite da un fiocco anch’esso bianco. La Yamanaka s’incantò a fissare quel microfono come fosse una specie di antica reliquia, si domandava chi e che cosa avrebbe cantato colui che sarebbe salito sul palco quando il suo sguardo cadde sul ragazzo dagli occhi azzurri, seduto a uno dei tavoli, intento a leggere un foglio che aveva in mano. Sembrava molto concentrato e soprattutto, non si separava mai dallo strumento che portava sulla schiena, probabilmente non lo abbandonava nemmeno per andare a dormire. Shikamaru fissò per l’ennesima volta la schiena della sua compagna, non potendo fare a meno di provare uno strano senso di irrequietezza che gli pervadeva l’intero corpo, portandolo sul punto di voler dire a Ino delle cose che lui aveva sempre tenuto dentro, ma non poteva.
Intanto la ragazza dai capelli corti portò qualcosa da magiare ai due che si erano seduti a uno dei tanti tavoli vuoti di quell’enorme sala.
“Che cosa stavate facendo qui?”
Domandò per l’ennesima volta con un tono tutto tranne che gentile il giovane chuunin.
“Stiamo sistemando la merce che dobbiamo vendere alla festa!”
“E cosa vendete?”
Chiese curiosa Ino, notando che non v’era nulla qui intorno a parte quella chitarra e quel microfono.
“Canzoni d’amore.”
Rispose prontamente Shika-kun, rivolgendo un sorriso alla sua interlocutrice ma beccandosi per l’ennesima volta sia un’occhiata torva da parte del Nara, sia un commento poco carino da parte della sua “socia in affari”.
“Così la fai sembrare roba da femminucce! Se permetti è roba molto più seria e profonda!”
“Non l’ho mica detto con l’intento di farla sembrare una cavolata…”
Rispose voltandosi in direzione di Ino-chan, il ragazzo aveva intuito dal sorrisetto che si era stampato sul volto dell’ “amica” che stava per arrivare per lui una qualche sorta di battuta di dubbio gusto.
“Beh, d’altronde tu sei una femminuccia è normale che ti esprimi da tale!”
“Ci risiamo…credi di essere spiritosa? Solo perché desidero sposarmi non significa che sia un rammollito…”
A quell’affermazione Shikamaru alzò lo sguardo il direzione del ragazzo, anche lui un giorno desiderava sposarsi e non capiva che cosa ci trovasse di tanto sbagliato quella nanetta ( E due, anche il Buddha mite alla terza volta si arrabbia…N.D.A).
“Di solito queste cose le pensano le donne, giusto Ino?”
Chiese in direzione della bionda, cogliendola impreparata sull’argomento. Fin da quando era piccola aveva sempre pensato al matrimonio con un suo possibile principe azzurro, eppure, con il passare degli anni, quel sogno le era diventato sempre più irraggiungibile e il principe azzurro che un tempo riusciva a vedere con chiarezza, ora le sembrava solo una lontana immagine sfuocata.
“Io…credo che se due persone si amano non faccia differenza se sono sposate o meno, per loro credo che basti stare assieme…”
Shikamaru rimase interdetto da quelle parole pronunciate dalla Yamanaka, già si aspettava uno sproloquio per quanto riguardava il suo giorno perfetto, sul vestito da mettere e gli invitati da chiamare, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato una simile risposta.. Da quando Ino aveva smesso di credere nell’amore?
“Ma tu vendi canzoni d’amore, come fai a credere nell’amore eterno?”
Domandò improvvisamente il Nara cercando di rompere quell’atmosfera pesante che si era andata a creare.
“Non fraintendermi, sono d’accordo anch’io con quello che ha detto Ino e inoltre credo che vi siano delle coppie che nonostante le difficoltà che dovranno affrontare rimarranno insieme per sempre. E voi sembrate proprio una di quelle coppie!”
I due shinobi non poterono che arrossire di fronte a quella considerazione. Davvero dall’esterno davano l’idea di una coppia?!
“Gu-Guarda che io e Ino non siamo fidanzati…”
“E-Esatto! Siamo solo amici!”
Si affrettarono a rispondere i due, domandandosi cosa ci trovassero di tanto divertente i due nel ridere del loro imbarazzo.
“Sentite, visto che ci avete fatto compagnia vi regaliamo una canzone!”
Esordì improvvisamente Shika-kun, lasciando di stucco i due che ancora si domandavano quali dei loro tanti atteggiamenti li faceva sembrare una allegra coppia di fidanzatini. Ad ogni modo, ignorando le precedenti affermazioni dei loro pseudo-alter ego, decisero di accettare di ascoltare la canzone. I due musicisti, entusiasti della loro accolta richiesta, si diressero verso il palco e iniziarono a sistemare gli strumenti. Ino-chan prese in mano la chitarra e mise la cinghia di quest’ultima intorno alle spalle in modo da poter sorreggere lo strumento mentre Shika-kun si era posizionato di fronte al microfono e stava ripassando mentalmente le parole del testo. Il basso, ovviamente, era sempre incollato alla sua schiena e forse, pensarono i due spettatori, era una canzone che non necessitava l’accompagnamento dello strumento. Dopo qualche secondo la musica della chitarra si propagò per tutta stanza, inondando i due ascoltatori e incantandoli come aveva già fatto in precedenza, gli accordi scorrevano veloci e armoniosi sulle corde aspettando solo il momento giusto per essere accompagnati dalla voce del cantante.


Tell her not to go
I aint holding on no more
Tell her something in my mind freezes up from time to time


Il giovane Nara, quasi inconsciamente, lanciò un’occhiata alla sua compagna che osservava estasiata lo spettacolo domandandosi che cosa provasse lei nei suoi confronti. Aveva detto che erano amici, ma dentro di sé molti erano i sentimenti che spesso gli facevano dubitare di tale affermazione e tante e tante aveva avuto paura di affrontare un simile discorso con lei perché era spaventato. Spaventato di perderla, un sentimento che più e più volte gli impediva di essere sincero con se stesso.


Tell her not to cry
I just got scared that’s all
Tell her I’ll be by her side, all she has to do is call


Nella mente del moro riaffiorarono antichi ricordi che pensava di aver ormai lasciato alle spalle, ricordi dolorosi, di perdite e di fallimenti. Ma non riusciva a spiegarsi perché, ogni volta che ripensava al viso triste della Yamanaka, il cuore gli sembrava che fosse trafitto da mille aghi, una sensazione spiacevole che più e più volte lo aveva messo in difficoltà al punto tale di non riuscire neanche a dire un semplice “Non piangere”. Come amico non era di certo un granché, pensò, e molte volte aveva pensato che forse non gli bastava più esserlo, ma tanta era la paura che non riusciva a parlarne con nessuno, specialmente con lei.

Tell her the chips are down
I drank too much and shouted it aloud
Tell her something in my heart
Needs her more than even clowns need the laughter of the crowd


Tante e tante erano le volte in cui il suo si fermava contemplare il sorriso della bionda, un sorriso spesso non rivolto a lui ma che lo faceva comunque stare bene. Gli ricordava il tempo passato assieme, le litigate, gli scherzi tutte cose preziose che lui pensava di aver perso ma che invece erano state sempre lì racchiuse nella risata pura e ingenua di quella che lui definiva la più grande seccatura mai esistita.


Tell her what was wrong
I sometimes think to much
But say nothing at all
And tell her from this high terrain, I am ready now to fall


Eppure, nonostante la consapevolezza di ciò che realmente provava, non osava fare quel famigerato passo avanti nel loro rapporto perché i dubbi e la consapevolezza del cambiamento imminente lo bloccavano. Passava delle giornate a pensare ai pro e i contro ma non riusciva mai a venirne a capo, tant’è che più i pensieri si accumulavano nella sua mente e meno le parole avevano la possibilità di uscire dalle sue labbra. Parole che da un verso erano simile a quelle della canzone che stava ascoltando, senza ovviamente togliere gli occhi di dosso dall’esile figura di Ino.

Tell her not to go
I aint holding on no more
Tell her nothing if not this; all I want to do is kiss her


Al suono di quell’ultima parola, il volto del Nara si tinse di rosso poiché il suo sguardo aveva appena incrociato quello di lei, voltatasi per vedere cosa stava facendo il suo compagno. In realtà, anche le guance di lei avevano assunto un colorito roseo, particolare che non era di certo sfuggito ai due musicisti che si lanciarono un’occhiata complice, pronti a concludere la loro melodia d’amore.


Tell her something in my mind
Freezes up from time to time.


Quando la musica cessò, Ino applaudì con voga, seguita da Shikamaru che per pura cortesia fece un lieve applauso non troppo motivato. I due si presero per mano e si avvicinarono al bordo del palco facendo un inchino di ringraziamento con ancora quel sorriso di complicità stampato sul volto.
“Siete stati bravissimi!”
Disse la Yamanaka, in parte entusiasta della performance e in parte cercando di nascondere l’imbarazzo provato prima nell’aver incrociato i profondi occhi color nocciola del Nara.
“Concordo, dovete essere davvero dei grandi amici…”
“Già si vede che avete una affinità molto profonda!”
A quelle parole, Ino-chan e Shika-kun si guardarono interdetti per poi scoppiare in una sonora risata che fece storcere il naso ai due ragazzi poiché non capivano il motivo di tanta ilarità
“Diamo sempre questa impressione agli altri, vero?”
Disse la ragazza con gli occhiali rivolta a Shika-kun che ancora se la rideva sotto i baffi per quell’affermazione.
“Beh devi ammettere che principalmente la colpa è tua…”
Rispose lui, beccandosi un piccolo buffetto sulla guancia sotto gli occhi incuriositi e spaesati dei due ninja.
“S-Siete per caso fratello e sorella?”
Azzardò la bionda, ricevendo in cambio un’occhiata maliziosa da parte del ragazzo dagli occhi azzurri.
“Se fosse mia sorella di certo non potrei fare questo!”
Avvenne tutto in un attimo, senza che nessuno dei tre potesse prevedere niente, il cantante cinse la sua chitarrista con il braccio intorno alle spalle e, tirandola a sé, le stampò un profondo bacio sulle labbra. Ino e Shikamaru diventarono rossi come due pomodori, incapaci di distogliere lo sguardo da quella scena e soprattutto increduli di come quei due, tanto diversi, potessero essere così “intimi”, e se lo stesso destino fosse toccato anche a loro? Impossibile!
“P-Piantala scemo!”
Disse infine imbarazzata Ino-chan, scansandosi da lui ma senza, stranamente, infierire sul corpo del castano che se la rideva di tutto gusto per essere riuscito a imbarazzarla.
“Ma come è successo?”
Chiese a metà tra il curioso e spaventato il Nara, non riusciva a concepire come quei due riuscissero a stare insieme e, nel profondo di se stesso, era curioso di sapere se una cosa del genere era in grado di farla anche lui.
“Basta solo essere sinceri con se stessi!”
Rispose con un sorriso la castana, cingendo in abbraccio il suo compagno.
“Dovreste farlo anche voi, sapete?”
Disse infine Shika-kun, ricambiando l’abbraccio della ragazza e dirigendosi verso l’uscita della sala. Per u’attimo, agli occhi di Ino le sembrò di scorgere quel futuro di cui era tanto spaventata, le figure dei due giovani si erano modificate ai suoi occhi per trasformarsi in lei e Shikamaru,sorridenti e felici, per poi scomparire infine dietro la porta della sala. Il Nara la guardò per l’ennesima volta, questa volta senza distogliere lo sguardo quando anche lei si voltò nella sua direzione. Lui sapeva di essere pronto e sapeva che aveva aspettato fin troppo, ma lei aveva ancora paura, paura di rovinare tutto e così salì in silenzio le scale che l’avrebbe condotta alla sua stanza, dove finalmente avrebbe avuto un po’ di sano riposo. Shikamaru la seguì silenziosamente, deciso a rispettare i suoi tempi anche se era conscio che non avrebbe potuto trattenersi ancora per molto, non dopo aver udito quella canzone. Ma le sventure sembravano non voler abbandonare i nostri eroi perché non appena entrarono nella stanza un particolare raccapricciante li fece sudare freddo: vi era un unico letto matrimoniale!

 
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Celiane4ever
view post Posted on 10/9/2009, 14:44




Geniale metterci una song fic *.*
prima di tutto, la fan art è bellissima!
e poi siete stati carini *-*
awww la coppietta che vende canzoni d'amore!
shikamaru mi sembra più idiota che mai!
i due gli sembravano stranamente sospettosi, eh? xD
bello, bravi ragazzi!
 
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yamanaka98
view post Posted on 10/9/2009, 16:44




I like it, I like it!
Me gusta esta fiction!
E mica poco!

Edited by yamanaka98 - 9/6/2010, 16:45
 
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kari16
view post Posted on 10/9/2009, 18:20




*O* shtupendaaaa!!!Shikamaru è così...non so come descriverlo ma mi piace xD
 
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»Moschella
view post Posted on 10/9/2009, 19:36




CITAZIONE
Tante e tante erano le volte in cui il suo si fermava contemplare il sorriso della bionda, un sorriso spesso non rivolto a lui ma che lo faceva comunque stare bene.

ç____________________________________ç
Piango**
Unico letto, ne?
Susu...eddaiiiiii
Bel capitolo! Complimentiii
 
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ely12-chan
view post Posted on 11/9/2009, 15:52




c-cioè..*non riesce ad esprimersi*
allora..il capitolo è bellissimo, non vedo l'ora di vedere come se la caveranno con il letto matrimoniale *W*
poi ci sono rimasta male per come ino-chan tratta shika-kun..poverinoooo ç___ç
SPOILER (click to view)
anche io tratto così i ragazzi ma finchè lo faccio io va bene XD


in realtà vi aspettavo un po' più "piccioncini" anche se alla fine shika-kun si è riscattato alla grande con il bacio!
a quando il prossimo capitolo? *-*
 
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Hadley
view post Posted on 19/9/2009, 18:04




Bellissima!!!*_* Mi sono piaciuti un casino i pensieri di Shikamaru, peccato che Ino non voglia proprio cedere!^^
 
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6 replies since 10/9/2009, 14:01   285 views
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