White Note: quinto capitolo, Elwerien e Blackie

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Celiane4ever
view post Posted on 3/1/2011, 13:07




E dopo tanto tempo si torna ad aggiornareil WHITE NOTE yeaaaaahh!
Il capitolo è by Elwerien e Blackie, due grandi mosche bianche! La prima era super nota su efp per essere la regina dell'angst, non c'è una sua storia che non riesca a mettere i brividi o a far piangere! Crede nella morte dei protagonisti e nell'amore platonico, al contrario di blackie che è una fan dell "carnale"!
Il capitolo è incredibilmente lungo ma ben fatto, vale la pena di leggerl tutto *ç*

Capitolo 5



I loro sguardi si incontrarono, inorriditi. -E questo cosa vorrebbe essere, uno scherzo?- strillò Ino, guardando il grande letto a due posti con aria vagamente disgustata.
-No- disse una voce proveniente da un angolo buio della stanza.
-Certo che no- disse un’altra voce.
-Questo… questo è il luogo della vostra dolce e imminente morte!- esclamò trionfante la prima.
-È il posto giusto per usare questo!- trillò allegra l’altra, mentre a mezz’aria si materializzava qalcosa che assomigliava tremendamente ad un preservativo.
Né Ino né Shikamaru trovavano particolarmente attraente né l’una né l’altra ipotesi.
-Cosa stai dicendo, mentecatta?? L’amore platonico e la morte, ricordatelo sempre!!!-
-Senti, possono morire benissimo se proprio insisti… ma prima devono andare a letto insieme ALMENO una volta!-
-Oh, taci- rispose l’altra, ignorandola. Una figura avvolta da un manto scuro scivolò fuori dall’ombra, mentre la luce della luna faceva scintillare due occhi verdi che brillavano di qualcosa che si poteva ben definire sadismo.
-È l’alba, El- borbottò la seconda voce. L’altra la ignorò e scivolò con fluida eleganza davanti ai due, immobilizzati dall’orrore.
-Allora Ino…- esordì teatrale, avvicinandosi alla ragazza. –Come preferisci morire?- tirò fuori da sotto il mantello un plico di fogli stampati. –Bruciata viva, uccisa da Shikamaru, annegata, trafitta da un kunai…? Scegli!-.
Ino si voltò verso Shikamaru con uno sguardo allarmato, mentre lui guardava la maniaca omicida in cagnesco.
-Oh, non datele retta- disse la seconda voce, che si rivelò appartenente ad una ragazza vestita di bianco seduta nel vano della finestra. -El esagera sempre, si fa prendere un po’ la mano, capite…- aggiunse, saltando giù dalla finestra e avvicinandosi ai due ragazzi.
Ignorando le colorite proteste della donna chiamata “El” (che suonavano come un “esagerata sarai TU, stolta mentecatta!”) si avvicinò a Shikamaru, posandogli una mano su un braccio.
-Mi raccomando, fate sesso sicuro… altrimenti poi finisce che la Lee ci si diverte un po’ con la vostra discendenza.-
-Ma… voi chi sareste?- bofonchiò Shika in un tono che avrebbe voluto essere minaccioso.
Le due si guardarono, ogni traccia di ostilità improvvisamente scomparsa dai loro sguardi.
-Hai sentito, mentecatta? Non sanno chi siamo…-
-D’oh. A questo bisogna porre rimedio, El cara-.
La “El cara” si girò con un fruscio del mantello nero e rivolse loro un sorriso radioso.
-Elwerien- disse. –Ma chiamatemi pure Signora della Morte-.
-Se, certo, signora della morte… chiamatela El e basta. A proposito, io sono Blackie. Ma chiamatemi pure Blacks-.
-Ehm. Sì.- Ino rivolse a Shikamaru uno sguardo d’intesa e poi tornò a rivolgersi alle due psicopatiche. –Ecco, è stata una giornata stancante, vorremmo andare a letto…-
Non l’avesse mai detto.
-Ma certo che vogliono andare a letto!- trillò Blackie, con gli occhi scintillanti. –lo vogliono davvero, ovvio! Togliamo il disturbo, vero, El?-
-Figuriamoci- sibilò l’altra. –Attenti a non soffocarvi coi cuscini, mi raccomando. Sarebbe una morte talmente poco angst che non ne vale la pena-.
Ino e Shikamaru si guardarono. Tempo di una frazione di secondo, e già di loro non c’era più traccia.
-Sono scappatiiiiii!!- fu l’urlo di disappunto proveniente dalla camera.
-Shika, non trovi che ci sia qualcosa di strano?-
-Zitta e continua a correre!- gridò istericamente Shikamaru guardandosi alle spalle. –Preservativi, figuriamoci…-
-Voglio dire, non ti sembra un po’ strano che è da tutto il giorno che siamo perseguitati da strana gente? Eh?!- proseguì ansimando. –Bambini, figuriamoci…-
-Corri!- fu l’unica risposta del ragazzo.
I due proseguirono a tutta velocià, svoltando in quello che si accorsero troppo tardi aveva tutta l’aria di essere un vicolo. Buio e cieco.
-Mwahahaahahahahah!- fu la risata sadica che li accolse. La maniaca omicida, Elwerien, si parò di fronte a loro, il mantello che svolazzava teatralmente. –Non speravate certo di sfuggirmi, vero?-.
I due si guardarono orripilati: ogni via di fuga era scomparsa.
-E ora… salutate la Morte!- e con un suo gesto della mano, tutto divenne buio.

Quando il mondo riacquistò forme e colori, Ino e Shikamaru si trovavano in una sala di pietra, in quello che aveva tutta l’aria di essere un antico castello in rovina. I due si strinsero l’uno all’altra, portando istintivamente le mani alle armi.
-Eeeeeeeel!- oh. No. La maniaca sessuale. Blackie comparve sulla porta, stringendo in mano un immenso cuscino rosso a forma di cuore. –El, tesoro, ho arredato. Ma è possibile che in ogni singola stanza di questo dannato posto ci sia un fantasma ululante? Non avranno un minimo di privacy!- sbottò, rivolta all’amica. –Voi due, in quel corridoio. Terza porta a destra. E chiudete a chiave, questo è un luogo strano-.
-Mhpf? Vorresti forse dire che il mio magnifico, docile e innocente castello non ti piace?!-
-Innocente?- commentò Blackie inarcando un sopracciglio. –Comunque non è che non mi piaccia, è che è totalmente inadatto al sesso!-.
-Infatti è concepito per uccidere- precisò El. –E comunque abbiamo già fatto quel discorso sull’amore platonico, vero?-
-Tesoro- iniziò Blackie, con il tono di chi spiega un concetto per la millesima volta –lo sai che a me piace vederli morire. Adoro vederli soffrire. Poi ti do una mano a ucciderli, promesso. Ma prima…-.
Le due si voltarono contemporaneamente a guardare le loro prede.
-Ma…-
-Ma…-
-SONO SCAPPATI DI NUOVO!-
-Non ti preoccupare, mentecatta. Qui intorno è pieno di trappole, li prenderemo- disse El con l’aria di un lupo che vede un tenero coniglietto in una radura senza alberi.
-E allora…- disse cupa l’altra, sventolando un preservativo.

-E allora, Shika, cosa facciamo? Non abbiamo idea di dove ci troviamo e siamo nelle mani di due psicopatiche-.
-Queste sono peggio delle altre!-
-Fermo!- esclamò Ino, afferrando l’altro per la collottola. –Ragioniamo. Ci serve un piano. Siamo ninja, e che cavolo!-.
Shikamaru annuì con aria saggia. –Cosa direbbe Naruto in questo momento?-.
-Probabilmente “ramen”- rispose Ino scettica.
-Non era quello che intendevo-.
-Dobbiamo sbarazzarci di quelle due pazze, uscire da qua e continuare la missione-.
-E come penseresti di fare? Quelle lì hanno poteri strani!- strillò Shikamaru, sull’orlo di una crisi di nervi al pensiero del cuscino gigante a forma di cuore.
-Sei tu quello intelligente! Fatti venire un’idea!- gridò Ino a sua volta.
-Guarda che litigare non ci serve a niente!- sbraitò Shikamaru.
-E chi litiga?! Sei tu che litighi!- abbaiò Ino.
-Ma se stai urlando anche tu!-
-E con ciò? Questo non significa che io stia litigando!-.
Improvvisamente dei rumori provenienti dalle loro spalle (“D’accordo, ti concedo cinque minuti di intimità prima di ucciderli” “E COSA ci faccio io con cinque minuti, di grazia?!”) li fecero tacere.
Ino e Shikamaru si guardarono negli occhi.
-D’accordo- disse Shikamaru. –Adesso piantiamola e cerchiamo di uscire di qua-.
Ino annuì tirando fuori un kunai. –E adesso vediamo chi è che viene trafitto…-.
Scagliò l’arma verso l’ingresso del corridoio, proprio mentre le due ragazze comparivano alla loro vista. Il kunai sibilò attraverso l’aria pesante… e colpì il suo bersaglio.
-El…- sussurrò Blackie, guardando l’amica con occhi offuscati. Elwerien non rispose: guardava con orrore il sangue che imbrattava copioso la bianca veste dell’amica. Blackie si accasciò al suolo, volgendo verso la compagna uno sguardo sofferente.
-VOI! Cosa avete fatto?!-
Ino e Shimamaru indietreggiarono intimoriti. Una era morta. Ma l’altra sembrava più pericolosa che mai, di certo devastata dal dolore per la perdita dell’amica.
-VOI!- ruggì di nuovo Elwerien. –Come vi siete permessi? Questo è inaccettabile! Si suppone che in questo castello dobbiate essere voi a soffrire, a sanguinare, a perire miseramente!-
Poi si volse verso l’amica riversa al suolo.
-Blacks? Hai finito di giocare?-
Un suono orribile provenne dalla ragazza trafitta. Un gemito? Un pianto? Un rantolo? L’ultimo soffio di vita? No… Blackie rideva. E di gusto.
-Oh insomma, El, mi stavo solo divertendo un po’…- commentò l’altra con leggerezza rialzandosi e spazzolandosi il vestito, noncurante.
Ino e Shikamaru adesso avevano l’assoluta certezza di non trovarsi di fronte a due esseri umani.
Erano due demoni: non c’erano dubbi. E un’altra assoluta certezza era di essere in trappola.
-D’accordo- disse Elwerien –adesso non perdiamo altro tempo e uccidiamoli-
I due si strinsero insieme: erano giunti alla fine; Elwerien sollevò un braccio, con un ampio movimento del mantello. Ma una voce, che sembrò loro la più melodiosa mai sentita, ruppe quel silenzio carico di terrore.
-Eh no, cara! I miei cinque minuti!- Blackie si era lanciata fra l’amica e i due malcapitati ninja, proteggendoli. Ino e Shikamaru si guardarono, con un misto di sollievo e paura.
-Son proprio necessari, Blacks?- si imbronciò la sadica in nero.
-Ovvio che sono necessari!- rispose Blackie, percorrendo il corridoio a grandi passi e aprendo una porta. –Forza, voi due… dentro! E non fate scherzi, tanto avete visto che non funzionano. Ricordatevi che fra poco morirete, quindi date l’addio al mondo in maniera… ahem… consona-.

Mentre la porta si richudeva alle loro spalle i due fecero in tempo a cogliere un ultimo sprazzo di dialogo (“Pervertita!” “Oh, si!”) prima di restare immersi nel silenzio. Si guardarono intorno: un enorme letto a baldacchino occupava quasi tutta la stanza, che era cosparsa di morbidi cuscini, stoffe colorate, sete: un invito alla lascivia. Senza sapere se sentirsi imbarazzati o spaventati, si sedettero sul letto.
-Shika…- mormorò Ino –secondo te è vero quello che ha detto quella ragazza? Moriremo?-
Shimamaru non rispose: non era più sicuro di nulla. Poco prima erano nel bel mezzo di una missione (con strane presenze, ma pur sempre una missione) ed ora si trovavano in un posto misterioso, perseguitati da due strane ragazze, con la prospettiva di morire di lì a cinque minuti, durante i quali era abbastanza chiaro quello che ci si aspettava da loro.
Cinse le spalle di Ino con un braccio, con fare protettivo. Un gesto così poco Nara da risultare stupefacente, ma che in un contesto così assurdo sembrava semplicemente naturale.
-Ascoltami, non riesco a credere che tutto ciò sia reale. Non c’è nessuna logica in tutto quello che ci sta succendo- il tono di Shikamaru era tranquillo, rassegnato.
-D’accordo, forse è un brutto sogno. Ma se fosse tutto reale…- mormorò Ino, avvicinandosi un po’ a lui –se tutto fosse reale e dovessimo davvero morire… allora quella… Blackie… ha detto una cosa sensata-.
Shikamaru si accorse che lei era molto vicina. Troppo vicina. Al punto che poteva sentire il battito del cuore di lei sul suo petto. Quando le loro labbra si incontrarono, non ne fu stupito.

-El! Si stanno baciando! Finalmente!- Blackie sussurrava eccitata fuori dalla porta, l’occhio incollato al buco della serratura.
-Blacks, maniaca, lasciali… in… pace!- sbottò El trascinando l’amica lontano dalla porta. Le due ragazze si sedettero nel corridoio, in attesa.
-Si può sapere come pensi di ucciderli?- chiese Blackie. Il viso di Elwerien si illuminò di un sorriso radioso.
-Oh, beh, cara, abbiamo una vasta scelta! Questo castello dispone di sale attrezzate con fuoco, armerie, pece bollente, laghetti artificiali… pensa che al primo piano c’è perfino una stanza attrezzata per le torture medievali!- trillò entusiasta.
-Primo piano, eh? Ci siamo adesso, sarebbe facile portar… El.- Blackie era terrea.
-Sì, cara?-
-Primo piano-
-Primo piano- ripetè Elwerien, iniziando a capire. –Dimmi che hai bloccato la finestra-.
-Beh, si suppone che siano impegnati in faccende più piacevoli per preoccuparsi della finestra- rispose Blackie, facendosi piccola sotto lo sguardo di fuoco dell’amica.
-MENTECATTA!- urlò El, precipitandosi nella stanza. Che si rivelò essere tragicamente vuota, con la finestra spalancata, le tende svolazzanti.
-Che hai da dire in tua difesa?!- sibilò, furiosa.
-Che sembra che il letto l’abbiano usato!- esclamò l’altra, indicando trionfante le lenzuola smosse con un sorriso beato sul viso.

Ino e Shikamaru precipitavano. Sì, precipitavano. Una voragine si era aperta sotto i loro piedi: scura, enorme, profonda. E minacciava di inghiottirli.
Era finita, lo sapevano: la loro missione si concludeva così, a causa delle perversioni di una pazza sanguinaria. Ma non avevano tenuto conto delle perversioni dell’altra ragazza. Perché chi altri poteva far apparire un enorme letto di piume in fondo alla fenditura in cui erano caduti?
Atterrarono con un morbido tonfo.
Si guardarono intorno: erano finiti in quella che era, senza ombra di dubbio, una prigione. Si rialzarono indolenziti, mentre la fenditura sopra le loro teste si richiudeva, lasciandoli immersi in una sgradevole penombra.
-Siamo in trappola- sussurrò Ino, ancora senza fiato per la caduta, indicando le sbarre di ferro del cancello. Sigillato.
-Secondo te qual è il loro piano?- borbottò Shikamaru, che si era lasciato ricadere sul letto –vogliono farci morire di fame, di sete…?-
-Sinceramente?- rispose Ino, lanciandogli un’occhiata in tralice –quella mi sembra capace di molto peggio. Per non parlare del fatto che l’altra sembra avere idee piuttosto chiare su cosa farci fare per ingannare il tempo-.
-Mendekouze- imprecò Shikamaru.
Ino non rispose. La testa le girava, il mondo intorno le sembrava avere contorni sfuocati, imprecisi; l’aria le mancava. Senza sapere esattamente come, si ritrovò inginocchiata per terra, tossendo e tenendosi la gola.
-Ino!- in un attimo Shikamaru era al suo fianco, sorreggendola. Ma anche i suoi polmoni gridavano indignati in cerca di ossigeno.
-Gas- sputò fuori in un soffio –ci vogliono avvelenare-.
Ino si accasciò al suolo, quasi priva di sensi, rantolando. Shikamaru si appoggiò al muro dietro di sé, frugando disperatamente nella sua testa in cerca di una soluzione. Girò lo sguardo sulla stanza: avevano a disposizione un inutile letto di piume e nient’altro. Ino tossiva sempre più debolmente, i lunghi capelli biondi sparsi sulle pietre del pavimento. Non restava più tempo, gli occhi di Shikamaru si offuscavano, la vista gli stava venendo meno, vedeva solo un luccichio lontano…
Una forcina. Ino aveva una forcina fra i capelli.
La serratura. Vecchia, rovinata dagli anni: non sembrava molto robusta.
Con un gesto disperato, sfilò il fermacapelli dalla testa della compagna, e si gettò con tutto il suo peso sul cancello, usando gli ultimi barlumi di coscienza per riuscire ad infilare il filo di metallo dentro alla serratura.
Si apriva! Ma dovevano allontanarsi, e in fretta, o per loro non ci sarebbe stata via di scampo. Afferrò il corpo esanime di Ino con uno sforzo sovrumano, mentre l’uscita si faceva sempre più vicina…

-Senza offesa, El, ma il tuo castello cade a pezzi. Una FORCINA! Voglio dire, nemmeno nei romanzi più improbabili l’eroe si salva con una FORCINA!- protestò Blackie, mentre scendeva con l’amica le scale che portavano al sotterraneo. El sorrise, inquietante, guardando l’altra con malcelata superiorità.
-Mentecatta, aspetta e vedrai… stanno solo andando verso un incubo ancora peggiore-.
-Oh- disse la ragazza vestita di bianco, guardando l’amica con occhi adoranti –proprio come avevi detto, perché tu hai sempre ragione, vero, El?-
-Infatti!- trillò Elwerien soddisfatta.
-… hai colto la citazione, vero?-
-“Le follie dell’imperatore”… ovvio- e con un ultimo cupo sorriso si immersero nei visceri del castello.

-Ino!- la voce rauca e preoccupata di Shikamaru sembrava venire da qualche luogo molto lontano. –Maledizione… Ino!-
Ok, forse era il momento di fare un tentativo per aprire gli occhi. Stupefacente, le riusciva... la prima cosa che mise a fuoco fu il volto angosciato e stravolto del compagno, chino sul suo viso, gli occhi castani scintillanti di sollievo nel cogliere il leggero fremito delle sue palpebre.
-Shika?- articolò, cercando di sostenersi su un braccio, senza molto successo.
-Shh- mormorò lui, posandole un dito sulle labbra –riposati un attimo. Eri svenuta-.
Lei annuì, abbandonandosi all’indietro fra le sue braccia e richiudendo gli occhi.
-Ce l’abbiamo fatta- mormorò debolmente –ce l’abbiamo fatta-. Ripetè, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Ce l’avevano fatta, sì, ma per quanto? Per quanto sarebbero riusciti a rimanere vivi? Prima di potersi rendere conto di quello che succedeva, stava singhiozzando con il viso affondato nel petto di Shikamaru, che la teneva stretta senza sapere cosa fare né cosa dire per arginare quel fiume di lacrime.
-Ino, calmati, andrà tutto bene-.
Lei non rispose: continuava a piangere.
Shikamaru la strinse un po’ di più, cullandola leggermente.
-Andrà tutto bene, Ino, tutto bene. Non ci faranno nulla, usciremo di qui, d’accordo?-
Lentamente i singhiozzi della ragazza si calmarono, e lei sollevò su di lui uno sguardo celeste umido di pianto. –Grazie- sussurrò.
Poi si riscosse, e tornò la solita, vecchia Ino.
-E comunque potevi evitare di farmi lo scalpo, per uscire di là!-
-Oh, scusa tanto se ho salvato la vita a tutti e due!-
-Beh, potevi essere più delicato!-
-Senti, perché non cerchiamo di uscire di qua e basta?-
-E’ ESATTAMENTE quello che stavo per fare!-
-Bene, allora!-
-Bene!-
Silenzio.
-Bene, adesso, da che parte andiamo?-.
Di nuovo un silenzio sconsolante. Shikamaru si accorse, con sua profonda costernazione, che la porta da cui erano appena usciti era scomparsa, e adesso al suo posto c’era una sorta di cubicolo dalle pareti alte e liscie; non solo uno, tutto intorno a loro improvvisamente il muro si era spaccato, rivelando più e più cubicoli, mostrando quella che doveva essere la nuova natura di quel sotterraneo.
-Labirinto- sussurrò. –Siamo in un labirinto-.
Un ruggito spaventoso e agghiacciante squarciò le tenebre che li avvolgevano, facendo loro rimpiangere la sicura calma del buio.
-C… cosa?- ansimò Ino. –Cosa è stato?-.
-Nulla di buono, temo- rispose l’altro, lanciando un’occhiata allarmata alle loro spalle.

-E adesso che succede?- chiese Blackie, semisdraiata su una poltrona con una mano affondata in una ciotola di popcorn. Elwerien ridacchiò, guardando in una finestra che mostrava i due ninja in tempo reale. –Adesso muoiono! Finalmente, oserei dire.-
-E come?-
-In quel labirinto c’è una delle mie ultime creazioni. Un animaletto docile e… ehm… innocuo-.
-Ottimo!- trillò allegra l’altra. –Ma scusa- aggiunse dopo un momento di riflessione- com’è che tutte le altre si sono impegnate in cose carine e simpatiche per farli convolare a nozze mentre noi stiamo cercando di farli fuori?-
-Dettagli!- esclamò Elwerien, ruotando su se stessa con un frusciò di stoffa nera –io sono colei che tutto può in nome dell’Angst! Io posso ucciderli!-
-Oh, zia!- Blackie aveva gli occhi a cuoricino.
-Menty!- rispose l’altra abbracciando l’amica con slancio.
-Zia!-
-Menty!-
-Zia!-
-Menty!-
-Sbaav!- trillò Blackie, ponendo fine al gioco.
-Ti odio…- borbottò Elwerien da qualche parte nella sua spalla.
-Oh, beh, godiamoci lo spettacolo…- commentò, mettendosi a sedere e afferrando una manciata di popcorn.

Camminavano nervosi, cercando di non produrre il minimo rumore.
Un rinnovato ruggito li fece fermare di botto. D’istinto, le loro mani si cercarono nell’oscurità.
Alla cieca, tentando di non mostrare il tremore che li percorreva, svoltarono in un altro cubicolo. Il labirinto li aveva inghiottiti, ma ancora loro non se ne erano resi conto.
Di nuovo echeggiò quel suono spaventoso. I due accelerarono il passo.
Non pensavano, non cercavano di orientarsi razionalmente. Riuscivano solo a correre, a fuggire come animali braccati, spaventati e sfiniti.
Poi il muro sembrò esplodere. Enormi scaglie di pietra volarono attraverso l’aria polverosa, mentre la strada davanti a loro veniva sbarrata da una visione da incubo.
Un mostro. Mai occhio umano era stato ferito da una tale ombra d’orrore, un simile avanzo di tenebra; le membra dell’essere, di un colore grigio e malsano dovuto alla lunga prigionia in quelle carceri, erano orribilmente deformi e distorte; terribile a vedersi, di proporzioni gigantesche, li sovrastava. Erano in trappola, braccati da una creatura nata nelle profondità dell’inferno.

-“Animaletto docile”, eh?-.
-Taci e goditi lo spettacolo, il meglio deve ancora venire-.

Il sangue colava da un profondo taglio nella sua spalla.
Con la vista annebbiata dal dolore, Shikamaru riuscì a scorgere solo vagamente la figura della bestia che tirava indietro la coda dotata di lunghe sporgenze affilate, pronta a finirlo.
Tentò di muoversi, ma il suo corpo, troppo debole, lo tradì. Un ruggito ancora più spaventoso dei precedenti, come un urlo di vittoria, lo avvisò che ormai la fine era giunta; mentre aspettava, impotente, il colpo, un’ombra gli coprì la visuale.
-I-Ino?-
Lei non rispose: la sua figura esile si parava, orgogliosa e decisa, di fronte al mostro: lo avrebbe affrontato, e avrebbe vinto.

-Per Sparta!-
-… commovente, mentecatta-.

-Ino, vattene! Che cosa pensi di fare, eh?! Va’ via!- urlò Shikamaru, furibondo per la propria debolezza.
Lei non rispose. Se Shikamaru avesse potuto vederla negli occhi, vi avrebbe scorto una luce carica di gelida determinazione. No, non l’avrebbe lasciato morire.
Con un gesto fluido, la giovane estrasse un unico lucente kunai dalla sacca, pronta a battersi quanto lo era il mostro a uccidere.
Shikamaru doveva tentare. Nonostante non si fosse mai definito un uomo d’azione, ma piuttosto lo stratega che dirigeva le operazioni da dietro le quinte, non riusciva a stare fermo a guardarla, così fragile e indifesa, affrontare una creatura che sembrava partorita da un incubo.
E così lottò disperatamente contro un nemico nuovo, che non si sarebbe mai aspettato di dover fronteggiare: il suo stesso corpo. Lo ostacolava, lo incatenava nella sua impotenza. Il sangue che colava, viscido e caldo, era un dolore pulsante e acuto che gli paralizzava la spalla; le sue gambe non rispondevano agli ordini che disperatamente inviava loro.
E tuttavia avanzava, un penoso centimetro alla volta, aggrappandosi con le dita intorpidite alla nuda roccia del pavimento, perché non poteva lasciarla morire.
È perché è una compagna di squadra. È perché è un’amica. Non può morire. Non per me.
Ma il suo corpo, il suo maledetto e debole corpo fatto di umana carne, cedeva. Non poteva avanzare, non più. La mano inerte ricadde sul pavimento, e lui potè solo restare, immobile, a guardare lei, lei, il cui nome gli affiorò alle labbra in quello che avrebbe dovuto essere un grido, ma che riuscì solamente a essere un fievole sussurro: -Ino…-.
Tutti i suoi sensi erano concentrati sulla bestia. Eppure lo sentì, e quel mormorio fermò il tremito che pervadeva le sue membra. Perché in quella voce rotta aveva letto tutto quello che da sempre cercava in uno sguardo, in un gesto: la disperata preoccupazione per lei, proprio per lei, l’immenso affetto, la determinazione impotente a non lasciarla sola.
Shika. Non ti lascerò solo, nemmeno se me lo chiederai. Non posso, in fondo siamo amici, no? Amici…
E poi ogni altro pensiero, al di fuori di “salvalo”, scomparve dalla sua testa. Alzò un braccio con uno scatto. E tirò il pugnale.
Troppo in alto. Fu questo il pensiero di Shikamaru nel vedere l’arma sfrecciare in direzione del soffitto, in una traiettoria che non avrebbe mai incrociato il mostro davanti a loro: avevano perso. Tutto, tutto quanto sarebbe svanito per sempre: la Morte, riusciva quasi a vederla, la Morte li avrebbe ghermiti presto; mentre un unico pensiero consolatorio lo avvolgeva come un abbraccio caldo e protettivo, non riuscì a non provare pena e disperazione per quel mondo che perdeva il sorriso più bello che fosse mai esistito, gli occhi più splendenti che lo avessero mai guardato.
Ma, almeno, sarebbero morti insieme.
Fu questa l’ultima cosa che pensò.
L’ultima cosa che pensò prima che un’improvvisa esplosione devastasse il labirinto.
Kunai con carta esplosiva.
Turbini di polvere lo avvolsero, mentre sentiva tutt’intorno il rumore di calcinacci e pezzi di pietra cadere: il soffitto stava crollando. Sentì qualcuno afferrarlo e trascinarlo via, appena in tempo prima che un enorme masso si schiantasse proprio nel punto in cui fino a poco prima era riverso.
Poi il silenzio. Improvviso e fragoroso. Quando la polvere si diradò, finalmente poterono vedere quello che rimaneva del labirinto: un ammasso di pietre di proporzioni gigantesche si innalzava davanti a loro. Della bestia nessuna traccia: un soffocato ruggito di rabbia li informò che era rimasta bloccata dall’altra parte.
Erano salvi… erano davvero salvi. Ed erano insieme, ancora.

-Ma… ma… COME SI PERMETTONO?!-
-El, tesoro, rilassati. Forse dovresti accettare il fatto che il loro amore è più forte della morte…-
-Giammai! Loro muoiono perché si amano! Non è ovvio? Non c’è forse coronamento migliore, per il loro amore, della morte?-
-Beh…-
-E NON PARLARMI DI SESSO!-
-… ok-.
-È il momento di intervenire- dichiarò Elwerien, avvolgendosi nel mantello.
-Perché, fino ad ora che abbiamo fatto?- domandò Blackie confusa.
-Siamo rimaste passive a guardare. Adesso agiremo. Seguimi!-

Si stavano guardando negli occhi, ancora increduli per quello che era accaduto. Shikamaru dischiuse le labbra, perché c’era qualcosa che doveva dirle. Subito. Prima che qualcos’altro venisse a interromperli, perché c’era qualcosa che aveva finalmente capito, ed era adesso, adesso, che doveva dirglielo…
-Disturbiamo?-
No. Questo non era nel copione.
Le due ragazze stavano davanti a loro, ancora una volta. Elwerien, ammantata di nero, veniva per prima, con un’espressione a metà fra il furioso e, come sempre, il sadico. Il suo stesso incedere faceva paura. Dietro di lei, Blackie, con il suo abito bianco e un’espressione quasi di scusa negli occhi azzurri, la seguiva, lasciando trasparire chiaramente qualcosa di molto simile ai sensi di colpa in tutto il suo atteggiamento.
-Oh…-
-… no-.
-Questa volta è tutto inutile, non riuscirete a scappare!- tuonò la ragazza in nero. E con un gesto della sua mano, tutto intorno a loro si dissolse.
Questa volta, quando riacquistarono la vista, scoprirono di trovarsi in una stanza piuttosto piccola, di forma circolare, completamente priva di porte o finestre.
-Da qui non scapperete, cari. E ora, addio- disse Elwerien spiccia, facendo comparire una porticina e accennando all’amica di seguirla. Scomparvero, e la porta si richiuse dietro di loro.
Shikamaru si accasciò al suolo, senza forze, e Ino si chinò su di lui.

-El…-
-Sìììì?- cinguettò Elwerien, allegra –non mi sento in colpa, se è quello che mi vuoi chiedere. Neanche un po’-.
-Io sì. Ma non era questo che ti volevo dire. Forse avremmo dovuto dargli un indizio per… sai… quella cosa-.
Elwerien si fermò di botto. –Accidenti, hai ragione!-
Si diresse a grandi passi verso la porticina, spalancandola.
-Voi due!- tuonò –statemi a sentire: niente è ciò che sembra!- la porta si richiuse con un tonfo… e scomparve.
-NIENTE È CIÒ CHE SEMBRA?! MA TI SEMBRA UN INDIZIO?!- strillò Blackie, sconvolta.
-Ovvio che sì, cara!- cinguettò l’altra.
Intanto, all’interno della stanza, Ino e Shikamaru erano nella disperazione più nera: da invisibili fessure sui muri, acqua, fredda e abbondante, scorreva, andando a colmare rapidamente la stanza. Ormai arrivava loro alle caviglie, e non accennava a fermarsi.
-Così la Luly sarà contenta!- fu il commento della sadica assassina, trionfante.
-Mh- commentò Blackie –ma nel regolamento non c’era qualcosa del tipo… ”Ino e Shikamaru non possono essere uccisi”? Credo l’abbiano scritto apposta per te-.
-Dettagli- minimizzò Elwerien, togliendosi il mantello con un gesto aggraziato; sotto, indossava una veste candida –Lo sai che facciamo tutto questo perché capiscano di amarsi. Forse ci siamo anche riuscite. E poi, anche io sono una Mosca bianca, in fondo!-
-E con questo cosa vorresti dire?- chiese Blackie, sinceramente incuriosita.
Elwerien ghignò. –Che c’è un modo per salvare quei due-.
-E quale sarebbe, cara?-
-Ma non è ovvio?!-
-No- commentò scettica l’altra.
-Oh, beh. Per me lo è. Ma in effetti non sono sicura che anche per Sol e Rinoa lo sia…- sorrise la sadica. E si allontanarono battibeccando allegramente lungo il corridoio.
Alle loro spalle, nella stanza l’acqua continuava a scrosciare.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 18:15

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ma dai ci lasciate così?!?che fine è?!?voglio sapere cosa succede a shika e inoooooo!!!!comunque molto belloXD
 
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Celiane4ever
view post Posted on 4/1/2011, 18:35




eh eh XD
 
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~ Hana.
view post Posted on 4/1/2011, 18:40




AHAHAHAH! Oddio poracci! xD
Quando Ino si para davanti a Shikamaru per difenderlo.. "Per Sparta".. AHAHAHAHAH! Fra un pò muoio! xD
 
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giulia nara
view post Posted on 5/2/2011, 16:24




Stupendo!!! :-lovelove-: Finalmente la continuazione! Complimenti a El e Blackie sono state bravissime!
 
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view post Posted on 5/2/2011, 17:36
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dio sto ancora ridendo sulla sedia... troppo esplosivo anche questo capitolo... finalmente la continuazione è arrivata u.u
 
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Ginciarkava
view post Posted on 29/10/2012, 21:24




Condivido interamente verso le idee espresse fino ad oggi. Andate avanti similmente.
 
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Portgas Ð. Hisoka
view post Posted on 22/2/2013, 19:38




a quando il prossimo capitolo?
 
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7 replies since 3/1/2011, 13:07   228 views
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